Ieri, sul vulcano innevato c'è stato il silenzio per tentare di capire:
si sa, la neve attutisce.
Ieri, mentre salivamo i millemetri sul livello del mare da fare in due ore, ciascuno si è chiesto perchè.
Da Stromboli a Roma, il 12 febbraio 2009, per la seconda volta in 3 settimane, 18 ore di viaggio tra nave, pullman, traghetti, treno e a piedi fino a Montecitorio il 13;
Roma a Stromboli il 14, tornando, all'alba il vulcano nero, bianco.
Scesi dalla nave alle 7, appuntamento davanti alla Chiesa di San Vincenzo - Stromboli - frazione Scari: ore 9. Per salire sul vulcano, coperto di neve.
E mentre si sale, ogni tre passi ti chiedi perchè, tra le canne e le ginestre.
Forse il motivo è che la nave per Napoli non ci sarà piu, che gli aliscafi verranno tagliati e con loro la possibilità di andare dal medico (che qui c'è solo un presidio e se ti fai male salendo in montagna dovrai andartene fino all'ospedale da solo, magari a Messina) o forse il diritto allo studio (per andare a scuola oltre la terza media) oppure per avere la carta di identità al comune (che è a Lipari) o in banca.
Oppure altro ancora, un qualcosa d'altro che esiste nella quotidiniatà di tanti ma che a noi occorre un viaggio in mare per avere, qui.
Certo, per il turismo, l'unico motore economico dell'isola negli ultimi 30 anni, che ha soppiantato ogni altra forma di produzione, molto piu faticosa.
Infatti, salendo, vedi tra le canne e i ginestroni i resti dei muri a secco: una volta tutta l'isola era terrazzata, si coltivava fin su l'olivo, l'uva, il cappero. Muri fatti con pietre enormi che ancora resistono, una specie di Macchu Picchu del Tirreno. In rovina.
Lo sforzo e la fatica, di costruirli, mantenerli per secoli.
Fatti dalle persone, dalla comunità, per il bene comune.
Un bene concreto, di massi di granito spostati, sagomati, incastrati per ricavare un fazzoletto di terra da coltivare.
E ora, ai nostri tempi, del bene comune si dovrebbe occupare la politica?
Quella stessa che è ridotta a marketing, a comizio da bar, a studi su quel che l'opinione pubblica vuole oppure no, a dichiarazioni e smentite, voci e comunicati.
Una politica che costruisce i messaggi e i comportamenti in base alle preferenze espresse dal pubblico televisivo a cui si rivolge.
Allora se la Politica, che ossserva l'Opinione Pubblica in tv, non si interessa al Bene Comune forse è perché il bene comune non interessa all'opinione pubblica, se non a parole?
E passando accanto ad un olivo secolare semisepolto, 400metri d'altezza su di un'isola senz'acqua ne sorgenti, ti domandi quanto sforzo fatto per farlo crescere lì in alto, al bordo tra vegetazione e vulcano, sul muro. Impossibile, da soli, se non per il bene comune.
Chiaro. Evidente.
Ma ora quel che conta è privato, l'individuo, essere specifici e differenti. Ciò che è in "comune" non è di nessuno, è senza valore.
Non come quella rovina di una vecchia cisterna, pensi passandole accanto, costruita su in montagna per raccogliere la pioggia, quella no. Quelle quattro pietre calcinate erano di tutti.
Ora pubblico è solo quello con la p minuscola.
Allora saliamo sul vulcano, cerchiamo il pubblico, speriamo che ci sia una televisione, una radio, un cronista, ci rivolgiamo agli spettatori mediatici, speriamo che loro servano a spingere la politica grazie alla televisione, a fare ciò che non ha fatto prima.
Ascoltarci.
Ma in cima, quando hai steso lo striscione, i carbinieri in borghese che ti hanno seguito senza fare ne dire nulla, presenza "di controllo", in cima non è questo che ti basta.
Lì il silenzio finisce, c'è vento forte che ti spruzza la neve in faccia, fa freddo.
Il vulcano scatena le sue esplosioni, che di giorno le vedi poco, ma le senti di piu.
Quando stai su ti guardi intorno e vedi mare, la Sicilia, l'Etna, la montagna nera su cui sei, innevata. E tutti quelli con cui sei salito, hai manifestato, hai viaggiato, e tutti quelli che stanno giu, è come se livedessi, i bambini di Stromboli che oggi -ora, proprio adesso- sono andati alla Sciara del Fuoco accompagnati, in quella che per loro è una gita ma per tutti è il sentirsi parte di qualcosa.
Qualcosa da condividere, che non ti appartiene.
Qualcosa di comune.
Il bene, comune.
Forse è per questo, allora.
Poi, scendendo, non sei piu solo.
E tutto questo lo vuoi, ma non per te solo.
Grazie
1 settimana fa
siete grandi!
RispondiEliminavi seguiamo con emozione
ciao
Ida e giovanni
http://siremareolie.blogspot.com/2009/02/due-parole-per-bene.html#comments
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