sabato 21 febbraio 2009

E' online il nuovo blog

Trovate TUTTI gli articoli, i racconti, le foto, i video, e i comunicati stampa apparsi da Dicembre in poi sul blog che state leggendo ora: riorganizzati, più belli, più chiari: www.isoladeifumosi.org

Sotto una lista degli ultimi post:

venerdì 20 febbraio 2009

Strombolani: Parti e Partecipa (comitato agitazione a Lipari)

Partecipare è un poco Partire;
Partire è un poco Morire:
La protesta partita è dunque..

Alcuni strombolani sono andati a Lipari (isola cui ha sede il comune, l'ospedale, le banche, gli emporii, etc) per partecipare alla riunione dell'autoproclamatosi
"Comitato di agitazione per i trasporti marittimi" di Lipari.
La riunione, presieduta dal Sig. Carnevale, ha visto la partecipazione di moltissimi componenti del consiglio comunale, assessori, personalità politiche dell'isola;
albergatori.
Il sindaco, in sciopero della fame insieme ad altri politici, ha comunicato che avrebbe (e di fatto, durante la seduta ha) ricevuto un FAX dal ministro Matteoli con assicurazioni e conferme circa i fondi per i servizi marittimi.
Il fax ci fu.
In cosa queste assicurazioni e conferme siano differenti da quelle (smentite) ricevute finora, non è noto.
Il sig Carnevale ha ricevuto un FOGLIO che diceva l'opposto, in cosa questo foglio sia differente dalle smentite (confermate) ricevute finora, non è noto.
Il comitato proponeva di manifestare il giorno di martedi grasso, ma che la protesta sia poco efficace (in base ai risultati delle altre fatte) è invece noto:
meglio procastinare a dopo le feste, si disse.
Segno di importanza del problema maschere.

Altre proposte:
rinunciare a votare alle elezioni europee mandando la scheda elettorale a Mattioli (votare altri, non è stato contemlato);
andare a San Remo (forse a remi, se continua così);
rimuovere la sigla della provincia di Messina (ME) dai documenti del comune, cosiccome rimuovere lo stendardo della provincia (sic!).

Prendendo per buono il fax di Matteoli, la protesta ora si articola per ottenere il cosiddetto "scorporo" della Siremar dalla Tirrenia, permettendo alla regione Sicilia di poterla gestire (si suppone con il contributo dello stato), questo per evitare la gara di appalto europea che potrebbe vedere le linee gestite da un armatore privato e diverso (che prenderebbe il contributo per garantire i servizi al posto di Siremar).
Il motivo per cui questo non si vuole è materia di pensiero, ma non delle risposte date.

Illuminati da queste verità gli strombolani se ne tornano a casa:
SPERANDO che l'aliscafo viaggi;
SPERANDO che l'aliscafo arrivi;
SPERANDO che l'aliscafo attracchi.
Partecipare vuol dire sperare.

la trasferta:

giovedì 19 febbraio 2009

PRESTO UN NUOVO SITO !!

Per offrirvi un servizio migliore, completo e interattivo, stiamo allestendo:
http://www.isoladeifumosi.org/

A presto!

domenica 15 febbraio 2009

due parole per bene

Ieri, sul vulcano innevato c'è stato il silenzio per tentare di capire:
si sa, la neve attutisce.
Ieri, mentre salivamo i millemetri sul livello del mare da fare in due ore, ciascuno si è chiesto perchè.
Da Stromboli a Roma, il 12 febbraio 2009, per la seconda volta in 3 settimane, 18 ore di viaggio tra nave, pullman, traghetti, treno e a piedi fino a Montecitorio il 13;
Roma a Stromboli il 14, tornando, all'alba il vulcano nero, bianco.
Scesi dalla nave alle 7, appuntamento davanti alla Chiesa di San Vincenzo - Stromboli - frazione Scari: ore 9. Per salire sul vulcano, coperto di neve.
E mentre si sale, ogni tre passi ti chiedi perchè, tra le canne e le ginestre.
Forse il motivo è che la nave per Napoli non ci sarà piu, che gli aliscafi verranno tagliati e con loro la possibilità di andare dal medico (che qui c'è solo un presidio e se ti fai male salendo in montagna dovrai andartene fino all'ospedale da solo, magari a Messina) o forse il diritto allo studio (per andare a scuola oltre la terza media) oppure per avere la carta di identità al comune (che è a Lipari) o in banca.
Oppure altro ancora, un qualcosa d'altro che esiste nella quotidiniatà di tanti ma che a noi occorre un viaggio in mare per avere, qui.
Certo, per il turismo, l'unico motore economico dell'isola negli ultimi 30 anni, che ha soppiantato ogni altra forma di produzione, molto piu faticosa.
Infatti, salendo, vedi tra le canne e i ginestroni i resti dei muri a secco: una volta tutta l'isola era terrazzata, si coltivava fin su l'olivo, l'uva, il cappero. Muri fatti con pietre enormi che ancora resistono, una specie di Macchu Picchu del Tirreno. In rovina.
Lo sforzo e la fatica, di costruirli, mantenerli per secoli.
Fatti dalle persone, dalla comunità, per il bene comune.
Un bene concreto, di massi di granito spostati, sagomati, incastrati per ricavare un fazzoletto di terra da coltivare.
E ora, ai nostri tempi, del bene comune si dovrebbe occupare la politica?
Quella stessa che è ridotta a marketing, a comizio da bar, a studi su quel che l'opinione pubblica vuole oppure no, a dichiarazioni e smentite, voci e comunicati.
Una politica che costruisce i messaggi e i comportamenti in base alle preferenze espresse dal pubblico televisivo a cui si rivolge.
Allora se la Politica, che ossserva l'Opinione Pubblica in tv, non si interessa al Bene Comune forse è perché il bene comune non interessa all'opinione pubblica, se non a parole?
E passando accanto ad un olivo secolare semisepolto, 400metri d'altezza su di un'isola senz'acqua ne sorgenti, ti domandi quanto sforzo fatto per farlo crescere lì in alto, al bordo tra vegetazione e vulcano, sul muro. Impossibile, da soli, se non per il bene comune.
Chiaro. Evidente.
Ma ora quel che conta è privato, l'individuo, essere specifici e differenti. Ciò che è in "comune" non è di nessuno, è senza valore.
Non come quella rovina di una vecchia cisterna, pensi passandole accanto, costruita su in montagna per raccogliere la pioggia, quella no. Quelle quattro pietre calcinate erano di tutti.
Ora pubblico è solo quello con la p minuscola.
Allora saliamo sul vulcano, cerchiamo il pubblico, speriamo che ci sia una televisione, una radio, un cronista, ci rivolgiamo agli spettatori mediatici, speriamo che loro servano a spingere la politica grazie alla televisione, a fare ciò che non ha fatto prima.
Ascoltarci.
Ma in cima, quando hai steso lo striscione, i carbinieri in borghese che ti hanno seguito senza fare ne dire nulla, presenza "di controllo", in cima non è questo che ti basta.
Lì il silenzio finisce, c'è vento forte che ti spruzza la neve in faccia, fa freddo.
Il vulcano scatena le sue esplosioni, che di giorno le vedi poco, ma le senti di piu.
Quando stai su ti guardi intorno e vedi mare, la Sicilia, l'Etna, la montagna nera su cui sei, innevata. E tutti quelli con cui sei salito, hai manifestato, hai viaggiato, e tutti quelli che stanno giu, è come se livedessi, i bambini di Stromboli che oggi -ora, proprio adesso- sono andati alla Sciara del Fuoco accompagnati, in quella che per loro è una gita ma per tutti è il sentirsi parte di qualcosa.
Qualcosa da condividere, che non ti appartiene.
Qualcosa di comune.
Il bene, comune.
Forse è per questo, allora.
Poi, scendendo, non sei piu solo.
E tutto questo lo vuoi, ma non per te solo.

Grazie

sabato 14 febbraio 2009

Strombolani sul vulcano per restare vivi

Gli strombolani sono andati in cima al vulcano, presso il cratere, attivissimo e comperto di neve.
Per chiedere che i collegamenti restino attivi, che l'isola non resti senza mezzi, che navi e aliscafi continuino ad assicurare la possibilità di poter studiare, andare dal medico, accedere ai servizi comunali:
la normale civiltà.


Made with Slideshow Embed Tool

>guarda il video su YouTube




Made with Slideshow Embed Tool


>foto scelte scaricabili uso stampa (HiDef)

>selezione speciale (A) uso stampa (HiDef)

>selezione speciale (B) uso stampa (HiDef)

>selezione speciale (C) uso stampa (HiDef)

>selezione speciale (D) uso stampa (HiDef)

>selezione speciale (E) uso stampa (HiDef)

venerdì 13 febbraio 2009

Foto protesta a Roma


Made with Slideshow Embed Tool

Strombolani a Roma - LO STRETTO necessario

Strombolani non isolati ma inurbati:
a Roma.
Il viaggio, iniziato il giorno 12 febbraio alle ore 15, fino a Roma:
nave, pullmann, treno, traghetto e finalmente treno fino alla capitale:
18 ore, arrivando alle 10 am alla Stazione Termini.

Ma perchè?
ecco le risposte nel video: